mercoledì 31 ottobre 2012

Guerreschi tradisce il calcio e a Goito vince con il tamburello

GOITO. Dietro al successo della Goitese, vincitrice dello scudetto di serie B e promossa in A, c'è la storia curiosa di un ragazzo che ha tradito il "Dio pallone" per dedicarsi interamente al tamburello, sport tradizionale con di certo meno visibilità del calcio.
Ma Nicolò Guerreschi, 23enne fondocampista, è contento così e rifarebbe senza dubbio la sua scelta: «Il tamburello mi lascia molto più tempo libero rispetto al calcio che, con i suoi ritmi, mi aveva stufato. Con il pallone poi non avrei mai potuto esprimermi a grandi livelli mentre adesso ho l'opportunità di giocare nella massima serie, dove l'anno prossimo contiamo di toglierci alcune soddisfazioni». La carriera sportiva di Nicolò ha avuto inizio a 5 anni, età in cui ha incominciato a dedicarsi al calcio a Goito dove risiede. Pochi anni più tardi il primo approccio al tamburello che, per un breve periodo, ha praticato assieme al pallone. Dagli 11 anni in poi però sembra che nel suo destino ci sia solo il calcio: dopo due stagioni con i Giovanissimi del Montichiari, passa al Marmirolo dove resta per cinque campionati, gli ultimi due giocati in Eccellenza. Poi il passaggio alla Rivaltese dove Nicolò, che di ruolo è centrocampista, vince il torneo di Prima categoria e disputa quello successivo in Promozione. L'anno scorso un altro trasferimento, questa volta al Monzambano, sempre in Prima, dove Guerreschi rimane però fino a dicembre. Dal gennaio di quest'anno infatti ritorna al suo antico amore, il tamburello. Ingaggiato dalla Goitese, che allestisce una rosa volta alla conquista della serie A, Nicolò si rivela uno degli uomini decisivi per il grande salto, legittimato dalla conquista del tricolore di B. «Abbiamo disputato una grande annata - commenta - ma non vogliamo fermarci qui. Sabato infatti, sempre contro il Castiglione, ci giocheremo la Supercoppa dei cadetti. Vogliamo vincere». La differenza tra calcio e tamburello è evidente: «C'è molta meno pressione e meno ansia legata al risultato. Con un allenamento a settimana, più la partita, mi sento davvero bene ora. La scelta fatta è quella giusta». Nicola Artoni (la Gazzetta di Mantova)

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