- Il Castelli Calepio festeggia la
conquista dello scudetto della serie D 2012 di tamburello. Il
prestigioso risultato è arrivato al termine di una lunga stagione in
cui ha dapprima vinto il campionato interprovinciale mettendo in riga
nove avversarie, poi primeggiando il 2° girone di qualificazione
della fase nazionale, quindi la semifinale tutta di marca orobica
disputata con il Malpaga e per ultimo vincendo la finale scudetto
disputata sabato scosro a Castellaro con i veronesi del San Pietro in
Cariano. Una squadra, quest’ultima, forte ed esperta con cui i
calepini si sono imposti per 13 a 10 dopo una partita di assoluto
valore. Una gara intensa in cui i calepini hanno dato prova di
carattere e tecnica.
Il risultato finale non è stato una
“sorpresa” per coloro che seguono la serie D. In molti avevano
infatti pronosticato il Castelli Calepio come una delle sicure
protagoniste della stagione. E cosi è stato.
“E’
un risultato che mi aspettavo –
afferma il felicissimo presidente calepino Marino Belotti -
In finale abbiamo solo riconfermato il nostro valore giocando con la
massima attenzione e la vittoria è arrivata puntuale. Un risultato
prestigioso perché il prossimo anno ci permetterà di disputare il
campionato di serie C con lo scudetto della serie cucito sulle
maglie. Un motivo di grande soddisfazione per la nostra società.”
Contento o meglio “stracontento”
lo è anche l’allenatore Rocco Belotti “Nella
finale di sabato scorso
abbiamo
disputato una partita perfetta.
Il
San Pietro non ha mai rinunciato a battersi, ma noi abbiamo giocato
meglio e quindi meritato di vincere e di concludere cosi una stupenda
stagione con la conquista dello scudetto e la promozione in serie C.
Due risultati arrivati grazie al valore e l’impegno costante dei
ragazzi con cui ho lavorato, ma anche alla massima fiducia e al
sostegno che abbiamo avuto dai dirigenti della società.”
La squadra neo campione d’Italia è
composta da: Renato Ravasio, Enrico Camotti, Cristiano Salini,
Sergio Manenti, Luigi Valleri, Enrico Zanchi, Daniele Morotti e Ivan
Bertoli.
Nessun commento:
Posta un commento